Gli astronomi hanno rilevato per la prima volta da vicino e
in modo diretto un fenomeno che accade molto di rado, quello di una stella
inghiottita da un buco nero supermassiccio, in termine tecnico un "evento
di distruzione mareale". Il fenomeno avviene quando una stella si avvicina
troppo al buco nero, tanto che la forza di marea causata dal buco nero supera
la forza di gravità che tiene insieme la stella fino a distruggerla. A quel punto
metà della massa della stella viene espulsa dal sistema, mentre la metà
rimanente viene accresciuta dal buco nero, rilasciando così una gran quantità
di energia in poco tempo e causando un improvviso aumento della luminosità del
sistema.
La stella oggetto di studio risiedeva in una galassia a 2,7
miliardi di anni luce di distanza e il buco nero incriminato è grande due
milioni di volte più del sole. Una dimensione nemmeno immaginabile. È risaputo
che i buchi neri sono presenti in tutte le galassie e che con la loro
attrazione gravitazionale hanno la capacità di inghiottire pianeti, fonti di
luce e stelle. È ciò che in astronomia più si avvicina al concetto di Spazio
profondo e di frontera ignota e che in filosofia - nonché nell'immaginario
comune - rappresenta la fine o l'inizio di tutto. Tuttavia il mistero che
aleggia attorno al black hole è ancor oggi oggetto di studio e rimane uno dei
più affascinanti di sempre.
Un ricercatore associato presso il Dipartimento di Fisica e
Astronomia Henry A. Rowland, Gezari, spiega meglio il fenomeno sull'ultimo
numero di Nature: "Quando la stella è inghiottita dalle forze
gravitazionali del buco nero, una parte dei resti della stella cade nel buco
nero, mentre il resto viene espulso ad alta velocità. Abbiamo assistito ad un
progressivo defluire del gas stellare nel buco nero e abbiamo rilevato che il
gas per lo più espulso è elio. È un po' come raccogliere le prove su una scena
del crimine". Per comprendere meglio la questione, è stato rilevato che
stella distrutta era il nucleo ricco di elio di una gigante rossa che aveva
precedentemente perduto il suo inviluppo di idrogeno, probabilmente a causa
dello stesso effetto mareale che ha poi portato alla sua completa distruzione.
In pratica era quel che rimaneva di una stella già in parte distrutta.
Fonte : Teresa, nasa, jpl
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