maria, angelina e rosalia di girolamo

lunedì 18 giugno 2012

fatmah-almamegretta


"Fatmah" (traccia numero 7 di LINGO ALMAMEGRETTA 1998) è ispirata al romanzo di Sélim Nassib "OUM" tradotto in italia con il titolo di TI HO AMATA PER LA TUA VOCE. Il romanzo è incentrato sulle figure del grande poeta egiziano Ahmed Rami e della cantante, anch'essa egiziana, Umm Kalthum la "stella d'oriente" la luminosa icona della musica araba fra gli anni venti e gli anni settanta. TI HO AMATA PER LA TUA VOCE è la storia dell'amore appassionato ma mai ricambiato del poeta per la cantante. Ahmed Rami compose 137 testi delle 283 canzoni cantate da Umm Kalthum nell'arco di cinquant'anni.
TI HO AMATA PER LA TUA VOCE è appunto il titolo di una notissima canzone di Rami, cantata da OUM il cui vero nome era appunto FATMAH


La cantante Oum Kalthoum: “Stella dell’Oriente”


Scritto da Arch. Anwar Chadli
Oum Kalthoum
Oum Kalthoum
Oum Kalthoum (il suo nome completo: Oum Kalthoum Ibrahim al-Sayyid al-Baltaji) nacque nel 1904 in un piccolissimo villaggio egiziano del Delta del Nilo, da un’umile e devota famiglia di agricoltori. Il padre, che fu il suo primo insegnante di canto, era l’Imam* della moschea del villaggio in cui lei cantava in occasione di avvenimenti religiosi. Cominciò la sua carriera in tenera età e, come per la maggior parte degli artisti nati nelle zone rurali, il canto era principalmente costituito da canzoni religiose.
Fu così che Oum Kalthoum, a circa dieci anni, vestita da beduino, iniziò a girare per i villaggi insieme al padre ed al fratello. Con loro portò per anni la parola del Profeta tra i poveri dei villaggi della zona, creandosi velocemente una buona reputazione di cantante.
Nel 1923 la famiglia decise di trasferirsi al Cairo per offrire maggiori possibilità alla figlia, che fu subito notata per la bellezza della sua voce; tuttavia il suo stile troppo campagnolo e desueto non le permise di ottenere subito un gran successo. Oum Kalthoum decise allora di seguire dei corsi di canto e di poesia e di assumere una truppa di musicisti per accompagnare la sua magnifica voce. Con questa nuova formula ed un’accresciuta maturità artistica, Oum Kalthoum diventò velocemente popolare.
Nel 1928 finalmente, raggiunse la celebrità grazie all’innovazione della radio: la sua voce straordinaria ebbe una grandissima diffusione. Le sue canzoni iniziarono ad essere trasmesse tutti i giovedì sera da un piccolo programma radiofonico, finché lei divenne, nel 1934, l’artista più trasmessa dalla Radio Nazionale Egiziana. Il successo le permise di prendere in mano le redini della sua carriera; dal 1938, infatti, Oum Kalthoum cominciò a prodursi da sola e a negoziare i suoi contratti. In questo periodo le sue canzoni erano musicate dal compositore Muhammad Al-Qasbaji e scritte da un gran poeta, Ahmad Rami, il quale l’amò (pare non ricambiato) di un amore forte e sincero per tutta la vita .
Alta, dalla capigliatura nera e con una forte personalità, ai concerti affascinava gli ascoltatori con il timbro inconfondibile e inimitabile della sua voce e gettava il pubblico in un delirio di rapimento estatico. Le sue canzoni erano per lo più poemi epico-lirici che duravano tra i 30 e i 60 minuti; c’era, generalmente, un’introduzione strumentale di circa dieci minuti al cui termine faceva ingresso lei, regalmente accolta da fragorosi applausi. La sua voce impostata, sonora, melodiosa, piacevole era maestra nell’arte dell’interpretazione e sempre riusciva a coinvolgere il pubblico che, entusiasta, irrompeva, durante i numerosi concerti, in risonanti applausi e commenti di pura commozione.
Oum Kalthoum, colei che poteva, con la sua straordinaria voce, spingere gli ascoltatori a ridere o portarli alle lacrime, divenne verso la fine degli anni ’40 il simbolo della canzone araba e, da allora in poi, la sua vita venne identificata con la storia dell’Egitto moderno. La sua fama, seconda solo a Nasser, era tale che le notizie politiche importanti erano mandate in radiodiffusione prima dei suoi concerti. Negli anni ’50 l’Egitto aveva due sole incontrastate guide: l’eroe carismatico Gamal Abdel Nasser e “la sfinge eterna”, la “Stella dell’Oriente”, Oum Kalthoum, signora senza figli, ma madre di tutto l’Egitto.
Nel 1954 si sposò con il dottore Hassan El- Hifnawi, mettendo fine ad una lunga serie di scacchi sentimentali, di progetti di matrimonio abortiti, di cui uno con Sharif Sabri Pasha, lo zio del re Faruk, che chiese la sua mano, ma dovette ritrarsi in seguito alla pressione della famiglia reale, e di un matrimonio annullato dopo pochi giorni con uno dei suoi musicisti Mahmoud Sharif. In questo periodo si circondò di nuovi ed affermati musicisti come Zakariya Ahmad e Muhammad Abdel Wahab.
Tra il ’50 ed il ’60, gli anni del suo più alto splendore artistico, fu soprannominata “Ambasciatrice dell’arte araba” e la sua importanza era tale che ovunque veniva accolta con cerimoniali degni di capi di stato.
Agli inizi degli anni ’70 la sua salute, già delicata, andò peggiorando, perturbando sempre di più la sua vita professionale e spesso costringendola ad annullare dei concerti. Il 21 gennaio 1975 Oum Kalthoum fu colpita da un malore violento che la portò alla morte il 3 febbraio dello stesso anno, mentre i giornali e la radio di tutto il mondo arabo informavano gli ascoltatori minuto per minuto sulle sue condizioni di salute.
Il suo canto sublime è stato applaudito in tutte le regioni d’Egitto ed in tutto il mondo arabo. Ha cantato per celebrare la fusione tra Siria ed Egitto, per il crollo della monarchia irachena, per la sottratta Palestina e per le donne libiche; ha cantato per gli uomini che lavoravano negli sperduti cantieri del deserto, per i contadini divenuti operai, costruttori e soldati. Ognuno poteva in quella voce sentire la propria sofferenza, il proprio passato, il proprio presente, la propria patria, ognuno poteva, in quella voce, sentire se stesso.
Duecentottantacinque sono le stupende canzoni del repertorio di Oum Kalthoum che, tutt’oggi, rimane la rappresentante più ammirata e conosciuta della tradizione classica della musica araba. La sua notorietà e l’amore sincero che migliaia di persone provavano per lei, fece sì che nemmeno la morte poté diminuire la sua fama che, ben presto divenne mito. Oggi nel 2002, a 27 anni di distanza dalla sua morte, si ricorda ancora quel triste mese di febbraio che volle portar via, lei, la venere egiziana della musica. Nel 1975, tutti furono presenti al suo funerale: stelle del cinema, poeti, ambasciatori, ministri. Più di tre milioni di ammiratori che, in lacrime, volevano dare a Oum Kalthoum l’ultimo arrivederci. In realtà il funerale non fu l’ultimo saluto. Oggi, alle dieci di sera di tutti i primi giovedì del mese, in Egitto si ripete il rito dell’ascolto, sempre con quell’ammirazione, devozione e rispetto concessi solo ai grandi che hanno fatto la vera Storia. Inoltre il 28 dicembre 2001 al Cairo è stato inaugurato un museo dedicato alla musica e alla vita di questa grande cantante.

1 commento:

  1. ciao Baldo, ho letto il libro qualche anno fa ma il tuo post mi ha ricordato particolari dimenticati. Scegli sempre argomenti mooolto interessanti. Un abbraccio

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