C’è una tomba in Italia dove da 20 anni non c’è scritto il
nome di chi vi è sepolto. C’è la foto, ma il nome no. Solo per poco tempo vi fu
una lapide, c’era scritto Rita Atria, la giovane testimone di giustizia morta
suicida a Roma il 26 luglio 1992, sconvolta dalla strage che le aveva ucciso
quello che considerava il suo nuovo padre, Paolo Borsellino. Ma la mamma della
giovane, vedova di mafia, andò presto a distruggere quella lapide. Giovanna
Cannova continuò a rinnegare la figlia Rita ripudiata per essere diventata
testimone. Aveva 17 anni quando a Borsellino, Rita Atria svelò l’incredibile
conoscenza della mafiosità che respirava. Suo padre, Vito Atria, era uno di
quelli che passava per “ntiso” nel suo paese, Partanna, Valle del Belice,
provincia di Trapani; “don” Vito era un mafioso vecchio stampo, faceva parte di
quella mafia che già allora parlava con la politica e che però non voleva
sporcarsi le mani con la droga e a quell’epoca significava mettersi contro i
corleonesi che invece stavano riempendo il Trapanese di “raffinerie” di eroina.
Don Vito Atria aveva 45 anni quando lo ammazzarono nel 1985.
Passarono sei anni e toccò la stessa sorte a Nicola Atria, figlio di don Vito e
fratello di Rita. Era il 1991 e una sera il sostituto procuratore di
Marsala,Alessandra Camassa, ricevette una telefonata dal suo capo, il
procuratore Paolo Borsellino: “Mi disse – ricorda il magistrato – che l’indomani
di buon mattino dovevo essere in ufficio per ascoltare una persona”. Era Rita
Atria, che invece di cercare vendetta scelse la giustizia. Ma presto accadde
altro: “Lei – ricorda ancora il giudice Camassa – che scopre un nuovo mondo
fatto di legalità e lealtà, non si fa più guidare dallo spirito di vendetta, ma
dalla voglia di cambiare, dalla voglia di vedere altre donne denunciare e
rifiutare la mafia”. Rita Atria puntò il dito contro mafiosi e politici che si
sedevano con i mafiosi.
Accusò l’allora sindaco, Vincenzino Culicchia, che uscì
assolto al processo, ottantenne. E’ ancora in politica, è vicepresidente della
Provincia di Trapani, e sostiene, politicamente il pm che allora lo accusò,
massimo Russo, oggi assessore alla Sanità e candidato in pectore a sostituire
il presidente della Regione, Lombardo. Il Comune di Partanna, dopo anni di
silenzi, ha deciso di seguire ufficialmente la manifestazione indetta oggi
pomeriggio da Libera. Se sarà una partecipazione vera lo si saprà non appena ci
sarà da decidere come risolvere il problema di quella tomba senza nome.
Sullo sfondo di questa storia resta un mondo politico che,
in generale, resta sordo ai richiami lasciati da Rita Atria. “Qui – dice il pm
Andrea Tarondo- c’è una politica che continua a stringere mani che non dovrebbe
stringere, che non rispetta la distanza di sicurezza dalla mafia e, peggio
ancora, c’è chi nelle istituzioni non si preoccupa nemmeno di evitare che
ministri stringano mani che non dovrebbero stringere”.
Appena lunedì scorso, a Trapani, è arrivato il Ministro dell’Interno,
Anna Maria Cancellieri, per firmare un protocollo contro mafia e corruzione. Accanto
a lei, un sindaco condannato per favoreggiamento e il presidente della
Provincia, Turano, che di recente – in Tribunale – ha esternato franchezza
dicendo di sapere, alla pari di tanti altri, che la Sanità trapanese era
governata dall’ex andreottiano Pino Gianmarinaro, politico “chiacchierato”,
senza però spiegare come mai si è accettata quella “inquinante presenza”. Il ministro
Cancellieri, assieme al ministro dei Beni Culturali, Ornaghi, è stata vista in
giro per la città in compagnia del senatore Antonio D’Alì, l’uomo che, secondo la Dda , aiuto Matteo Messina
Denaro e che – dal 5 ottobre – sarà sotto processo per concorso esterno in
associazione mafiosa.
Il nome di Rita Atria, se non potrà esserci ancora sulla
tomba, ci sarà sui terreni confiscati a Messina Denaro e che nel nome di Rita
torneranno produttivi.
Il Fatto Quotidiano 26/luglio/2012
A Rita Adria <3
RispondiEliminabell'articolo, hai fatto bene a sottoporlo all'attenzione.
RispondiEliminaRita Atria è sepolta nel Paese delle stragi impunite, nel Paese in cui elementi importanti dello Stato sono collusi con la Mafia...
ciao Ba
Volevo portare un fiore a Rita
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