ti vedo toccare una sbarra di alluminio
ora che ascolto Fossati
in questa casa, lontana dai tuoi occhi.
sembri il Cristo del Mantegna
buttato sui tuoi laghi di sangue.
non abbiamo avuto tempo risparmiato
ognuno ha speso il suo
e ci sono rimaste carezze e fastidi.
gli anni ti hanno spalmato
amore zoppo, pochi sorrisi
e regali di vino.
e, in fondo, una vita tradita e imbrogliata.
hai fatto pavimenti dove potevano ballare
quelli che amavi
hai fatto, per noi
piazze e viali mai compresi.
la vita fa così
le cose si capiscono tardi
e forse mai.
si muore soli, diceva qualcuno
ma la tristezza vera
è vivere soli
e a te è toccata
come regalo non voluto.
ed anch'io, che ti ho cercato
nel tuo inferno
con le mie poche certezze
anch'io che ti ho inseguito
continuando a vederti di spalle
io, solo adesso ti scrivo.
perchè è facile salutare
chi hai sempre vissuto in lontananza
e mettersi in pari col dolore.
così ti saluto da qui
dalla mia musica, dai miei dubbi
dai miei mari e terre
e da ciò che io e tu
non abbiamo mai cercato
o trovato.
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