1: i ragazzi
E' vero,non capivamo dove trovassero il coraggio per le loro risate;noi eravamo quelli che stavano in silenzio,quelli che non guardavano che dal balcone dei loro occhiali.Avevamo vagoni nelle braccia e un aria un pò così.Questo e una montagna di silenzio.Non era tanto,e le ragazze comunque avevano bisogno di un pò di risate.E se le inventavano come gli alberi creavano i loro colori.Pure coraggio avevano di giocare in un tempo duro,di resistere col gioco a tutto quello che di implacabile le circondava,dall'ombrellone a noi,dal sole ai vetri rotti delle finestre del cuore.Dai nostri occhiali distavano dieci metri,chilometri dal nostro cuore.Come quelle risate nascessero dalle macerie,con quale meccanismo spuntassero dalle nuvole dei loro cieli,lo sapevamo,ma restava ugualmente misterioso.Noi si rideva in altri momenti,e le invenzioni per una risata non le brevettavamo neppure.Cose così,fatti per tappare buchi col cartone,niente in confronto alle loro risate di tigri ferite.Tutte quelle strade aperte a forza di morsi e baci,strade di terra dura,tappeti di erba verde o immense linee d'acqua,avevano la stessa matrice,per loro e per noi.Ma non le spiegavano,non le vivevano e costruivano allo stesso modo.Pure quei fiori e quelle urla,piantati ogni tanto,non erano uguali.E mentre i nostri linguaggi muti parevano giochi di carte truccate,loro facevano musica attorno; magari suonavano con le labbra,magari col cuore,con le gambe,pure col seno o con i loro occhi di smeraldo,di acqua o di vento,magari suonavano perchè vivevano:E ci volevamo bene,credendo che bastasse,sperando che il legno restasse a galla.Noi non avevamo che questo,qualche sigaretta e tracce di un pomeriggio da passare.Pure tenevamo amori,fiammiferi,film di tutta una vita.Tenevamo braccia sterminate e pagine di libri per lenzuola.E anche quel movimento lento,un poco alcolico di chi ci mette un attimo ad accarezzare e una vita a terminare quel gesto.Lenti eravamo e poco imprevedibili.Mongolfiere rattoppate ma capaci di volare.Loro,anche guardate così in questi spiccioli di tempo,avevano le ali.Ali così naturali da poterle mettere sulla spiaggia come asciugamani.Ali bagnate con tracce di sassi,messe lì attorno ai loro corpi,al loro sorriso agrodolce.Mezze nascoste o nettamente visibili,da sembrare miraggi.Angeli,pensavamo,ed erano così umane da non dimenticarsi di pagare un conto,da rispondere ad una lettera,da voltare le spalle in una notte d'amore.
Tutto questo,noi,accanto a quel mare,inzuppati dal nostro pezzo di cielo,sapevamo.E bastava, se ci mettevi un bacio.
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