maria, angelina e rosalia di girolamo

martedì 10 aprile 2012

hedy lamarr

                      

Hedwig Maria Kiesler 










 detta Hedy Lamarr                                     


Vienna 1913 - Altamonte Springs 2000



















                                                     

  








Sul sito dell’associazione Donne e Scienza, sotto la foto di una star in lunghi guanti neri compare la domanda «Who says girls aren’t good at science?» e il link che porta alla Fondazione Hedy Lamarr, la cui missione è di dare informazioni che educano, ispirano e promuovono la scoperta di sé e la responsabilità sociale. Questo nel nome di una nomade politica, professionale, sentimentale che ha girato 34 film e avuto sei mariti e tre figli, di cui uno adottato. 
Figlia di una pianista ebrea e del direttore di una banca, a 10 anni Hedwig comincia a prendere lezioni di ballo e pianoforte; a 18 anni recita a teatro a Berlino nella compagnia di Max Reinhardt e in cinque film tra i quali, nel 1933, Estasi del regista cecoslovacco Gustav Machàty. Quell’anno in agosto sposa l’industriale viennese Friedrich Mandl, proprietario di una fabbrica di armi e, sebbene di origini ebraiche, antisemita e fautore dell’austrofascismo. Poco dopo il film viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia dove suscita un certo scalpore la sequenza bucolica in cui lei appare completamente nuda. Mandl cerca di acquisirne tutte le copie, la costringe a rinunciare alla carriera e a fare la padrona di casa nel loro castello di Schwarzenau dove, tra gli altri, riceve Hitler e Mussolini. 
Dotata per la matematica, lei partecipa all’attività del marito, seguendo con curiosità ed attenzione gli aspetti tecnici. Prende appunti per un sistema che utilizza diverse frequenze per inviare, senza essere intercettati, i segnali che coordinano il lancio delle torpedini da parte di navi militari. Sempre più indignata dal filo-nazismo di Mandl fugge dal castello, travestita da cameriera, scriverà nell’autobiografia, o da una festa in cui s’era recata con indosso tutti i gioielli e con la complicità di una cameriera come disse in altre occasioni. Si rifugia a Parigi, dove ottiene il divorzio, poi a Londra dove incontra Louis B. Mayer, della Metro Goldwin Mayer che nel 1938, con il film Un’americana nella casbah con Charles Boyer, lancia la sua carriera hollywoodiana sotto il nome di Hedy Lamarr. In pochi mesi, le giovani americani si tingono corvine e ne imitano le espressioni, e la sua immagine viene diffusa con lo slogan “la più bella donna del mondo”… Ma il suo interesse per le frequenze non la abbandona e quando conosce, nel 1941, il compositore americano George Antheil che da tempo si interessa al controllo automatizzato delle pianole, gli chiede aiuto per costruirne una in grado di sincronizzare i segnali mandati su frequenze diverse. Riescono nell’impresa e il loro “Sistema di comunicazione segreto” ottiene, l’11 agosto del 1942, un brevetto dallo U.S. Patent Office. Il sistema, detto a “salto di frequenza”, prefigura quello oggi integrato nell’ “espansione di spettro” grazie alla quale funzionano telefoni cellulari, wireless Internet, sistemi satellitari e altre apparecchiature. 
Gli inventori lo mettono a disposizione della Marina americana, ma non esiste ancora la tecnologia per implementarlo con la rapidità necessaria: sarà possibile nel 1962.
A Hollywood, intanto, dopo 18 film spesso dimenticabili – le affidavano solo parti “decorative”, disse poi - nel 1949 lascia la Metro Goldwyn Mayer dopo l’ennesima lite, interpreta la protagonista in Sansone e Daliladi Cecil B. De Mille, e la commedia, L’avventuriera di Tangeri, accanto a Bob Hope. Seguiranno rare apparizioni al cinema, e molte nei giornali scandalistici che ne deplorano le cattive maniere e il caratteraccio. Nel 1965, divorziata per l’ultima volta, viene arrestata per aver rubato in un negozio, un episodio ripreso in Hedy (1966), il breve film di Andy Warhol noto anche come The Shoplifter. Nel 1967 pubblica Ecstasy and me, un’autobiografia non sempre fedele ai fatti né tutta di suo pugno, in cui calcola di aver guadagnato 30 milioni di dollari e di essersi ritrovata un giorno senza nemmeno i soldi per comprare un panino. Da quel momento vive da sola e in miseria, e cerca di guadagnare qualcosa facendo causa a chi usa senza autorizzazione la sua immagine e addirittura il suo nome come il regista Mel Brooks in Mezzogiorno e mezzo di fuoco. 
Di nuovo fermata per furto nel 1991 in Florida, ritrova un po’ di agio nel 1997 grazie al premio Pioniere che le viene assegnato dall’Electronic Frontier Foundation, e ai 5 milioni di dollari di risarcimento che riceve nel 1998 dalla Corel, una società di software che aveva messo una sua foto ritoccata sulle proprie confezioni. 
Nel 2003, il suo profilo appare su un bando di assunzioni della Boeing Corporation. Nel 2004 esce un primo documentario sulla sua vita, Calling Hedy Lamarr, di Georg Misch; nel 2005, quello degli svizzeri Donatello e Fosco Dubini, Hedy Lamarr, Secrets of a Hollywood Star; nei paesi di lingua tedesca il primo Inventor's Day (9 novembre, data del suo compleanno) è celebrato in suo onore e Vienna le dedica una strada.
Fonti, risorse bibliografiche, siti
Sito ufficiale (dove si possono anche acquistare i suoi film in Dvd)
AA.VV. Hedy Lamarr and a Secret Communication System (fumetto)Link
Peter Körte, Hedy Lamarr, Monaco di Baviera, Edition Belleville 2000
Stephen M.Shearer, Beautiful: The Life of Hedy Lamarr, New York, St. Martin Press 2010 (in corso di stampa)

Sylvie Coyaud e Flavia Zucco

Silvie Coyaud. Nata a Parigi, residente a Milano, parla di scienza alla radio dal 1987 e ne scrive su D-La Repubblica delle Donne, Il Sole-24 Ore, varie testate on-line e non e sul suo blog .
Va fiera di premi, medaglie e riconoscimenti per la divulgazione, in particolare che nel 2003 degli astronomi abbiano dato il suo nome a un asteroide e nel 2009 degli entomologi a un bel buprestide verde dai grandi occhi rossi, l'Agrilus coyaudi.
Ultimo libro: La scomparsa delle api, Mondadori, 2008.
Penultimo: Lucciole e Stelle, brevi storie di ricerche serie e no, La Chiocciola, 2006.
Flavia Zucco. Dirigente di Ricerca presso l’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR di Roma. Dal 1988, è attiva nel settore “Donne e scienza” ed è attuale Presidente dell’associazione omonima. È socia fondatrice della European Platform of Women in Science (EPWS), finanziata dalla Commissione Europea e nel 2007 è stata nominata componente della “Commissione Salute delle donne” del Ministero della Salute. 

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