L'Isola è lì da anni con orme violente sulle sue spiagge. Era nata verde con acque di smeraldo e vento e rugiada e sole. E nessun scoglio per proteggerla. Aveva un cuore interno di lava e neve dissetato da fiumi sotterranei. Aspettava. I primi scesero su di Lei da conquistatori di niente. Ararono le sue spiagge tagliarono e bruciarono. Marchiarono il loro possesso con la rabbia di chi non accetta l'irragiungibile. Lei si curò con la pioggia e la musica. Poi vennero altri,con coltelli di rapina e dentro la bocca,la parola Amore. Nelle loro mani benzina scarponi ai piedi. Se la mangiarono tentando di spegnere il suo fuoco e le lasciarono la solitudine in regalo. In un suo mese di primavera arrivai io,con musica e parole appese a denti da lupo. E l'Isola mi caricò nella sua giostra donandomi cascate che lavassero le mie linee d'ombra e tramonti abbracciati al cielo per cancellare le mie mute bugie. Mi sfamò lasciandomi affamato ed io,voltando le spalle Le piantai nel cuore le rovine del mio teatro. Sotto un cielo elettrico cominciò a cambiare nome e mise in vendita le sue terre nascoste i coralli più preziosi del suo mare. Stabilì il prezzo per ogni cosa facendo sognare uomini e donne o gli stupidi che arrivavano con corde illudendosi di trascinarla via. Divenne mitica rendendosi raggiungibile. Ma il suo nome vero è rimasto dentro la lava e la neve inaccessibile. IL SEGNO DI UNA RESA INVINCIBILE. baldo 11 ottobre 2010 |
maria, angelina e rosalia di girolamo
venerdì 2 marzo 2012
la donnaisola
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