maria, angelina e rosalia di girolamo

mercoledì 7 marzo 2012

qualcosa di impubblicabile

premessa: il 16 agosto 1995,in un tentativo di rapina muoiono due carabinieri e due rapinatori.gli articoli sul quotidiano locale separano gli eroi dai banditi.a me e ad altri con cui parliamo del fatto, la cosa non basta, così decidiamo di scrivere una lettera all'allora sindaco di sassari Anna Sanna ed al quotidiano locale La Nuova Sardegna.dal sindaco non ricevemmo mai nessuna risposta, La Nuova non pubblicò mai la lettera.a 17 anni di distanza gli eroi hanno avuto qualche via intitolata a loro, i banditi l'eterna dannazione.


Gentile Sindaco
crediamo si sia resa conto di quanto poco valga la dignità umana, in un paese mediamente forcaiolo come il nostro.la sua è una giusta polemica, nei confronti di chi ha sollevato a forza il volto della signora Ladu, indiziata, per mostrarlo ai fotografi, ai cameramen, quindi al pubblico televisivo, bisognoso di colpevoli, come sempre.è stato un gesto incivile, ma ci rendiamo conto che questo aggettivo è fuori moda.perchè la nostra, è una società che di civile ha molto poco, sia nell'immaginario che nel reale.divora eroi e mostri con la stessa ansia, dimenticando che una vita è una vita, non ci sono vite eroiche ed altre di minor valore; come non ci sono solo due morti, ma quattro nella strage di Chilivani: Walter Frau, Ciriaco Carru, Salvatore Giua e Graziano Palmas.il dolore di ognuna delle loro famiglie è uguale.identico il vuoto.stessa disperazione.
la giustizia, forse, emetterà un verdetto chiaro, inappellabile, ma si fermerà alla superficie del problema.non potrà scavare nella società, chiedere conto del perchè alcune vite nascano postdatate.quattro persone sono morte e tutto per una rapina, per soldi.questo è il valore; qualcuno li voleva, qualcuno doveva difenderli.morire per un furgone portavalori e diventare involontariamente eroi o mostri, non crediamo fosse la loro aspirazione.crediamo che le loro vite pensate, fossero altre.in questa società piena di paura e diffidenza, senza memoria storica, è solo un caso che al loro posto non ci fosse qualcuno di noi; o al posto di chiunque muoia in una miniera, in un cantiere, o da solo, con una siringa nel braccio.la solidarietà e la curiosità di conoscere l'altro, sono sopraffatte dalle proprie paure.chi le scrive e chi legge queste righe, sa che ogni giorno le porte delle nostre case sono sempre più blindate, come quelle del nostro cuore.
e consola vedere i mostri negli altri, per non affrontare quelli che ci abitano dentro.parole come ordine e normalità, vengono applicate solo per mantenere le regole immutabili del nostro quotidiano, e poi ci si meraviglia che quell'ordine, quella normalità, partoriscano mostri.
ogni volta che un essere umano muore, la colpa è di tutti noi, che con la nostra indifferenza, la nostra paura, abbiamo contribuito, e non smettiamo di farlo, alla costruzione di una società che svende gli individui, qualsiasi divisa indossino, qualsiasi sia il loro ruolo.
non riusciamo a vedere che il lato esterno della morte; ignoriamo, e vogliamo farlo,  che si muore dentro ogni giorno, quando il sorriso svanisce dai nostri volti, quando la serenità del dubbio, diventa la paranoia della certezza.siamo sempre meno adatti a giudicare, quando ci fermiamo solo alle apparenze, quando non abbiamo il coraggio di capire cosa produca morte in una società umana, nata per vivere.
e ci indignamo quando Anna Sanna, o chiunque altro, scava un pò più a fondo, per affermare il diritto alla dignità di Milena Ladu.
i mostri non accettano che qualcuno tolga il mostro dalla prima pagina, e ne difenda la dignità, come essere umano non ancora sottoposto a processo.
il sonno della ragione e del cuore, condanna immediatamente, perchè è la cosa più semplice; fa sentire diversi, e più buoni, paragonarsi, superficialmente,  al colpevole.
questo deve far paura.questo giudicare a priori, non per capire, ma esclusivamente per condannare.
ecco perchè, chi le scrive, ribadisce che i morti nei nostri cuori sono quattro, e non ci sono medaglie che li distinguano in questo dolore.


sassari 18 agosto 1995

1 commento:

  1. Che dire...per fortuna la società è fatta anche di gente piena di valori e che crede che una donna come questa Ladu debba restare in carcere. E non uscire dopo solo dieci anni.

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